WIN 72 - Watsu e poesia

Harold, animo poetico e visionario, parlava di Watsu come di un'arte, un'arte molto creativa e affascinante perché ha a che vedere con l'umano che porta con sé una notevole complessità. 

Non mi sembra di fare una forzatura pensando che Watsu e la poesia abbiano elementi in comune, non solo perché il suo fondatore era un poeta, ma per alcuni aspetti che provo a descrivere.

Nell'intervista fatta a Mariangela Gualtieri, una delle poetesse contemporanee che apprezzo di più, si descrive l'arte  come una  possibilità di accesso al lato infinito della realtà.

L'arte riguarda una categoria del sottile, l'artista vede nell'ordinario ciò che le persone non vedono. Durante una sessione di Watsu, avviene un'alchimia tra chi sostiene e chi è sostenuto, entrambi accedono a forme differenti di abbandono, il buon esito di una sessione è fatta di particolari sottili, invisibili, di sfumature, è questione di centimetri e quando accade lo stato di grazia, la percezione diviene infinita, il senso di unità con il tutto  cambia la visione interna e del Mondo.

Mariangela nell'intervista dice: "la poesia chiama il sacro, è una parola che ha dentro una vertigine e di cui la ragione non sa nulla". 

Il senso del sacro accompagna costantemente il corpo disarmato che si affida nelle braccia dell'acqua e dell'altro. C'è rallentamento, c'è il poco, il niente, come le parole della poesia, quando si piazzano una dopo l'altra, con gli a capo, i silenzi, i respiri, la parola scritta attraverso il linguaggio della poesia parla al corpo e alla sua parte più profonda come noi possiamo fare con Watsu

Mi ha colpito tempo fa quando lessi nell'articolo di Emilio del Giudice e Margherita Tosi (Il principio del minimo stimolo nella dinamica dell'organismo vivente): " la parola, essendo ambigua, si rivolge contemporaneamente sia all'Io che all'Es. se la parola resta nell'ambito del razionale, lo scambio, per quanto profondo ed illuminante, coinvolge soltanto l'Io. Se invece la parola mantiene l'ambiguità originale, come ad esempio nella poesia o nella metafora, penetra nel profondo e può portare ad intuizioni di guarigione, fondate sulla risonanza tra io ed inconscio". Così fa il tocco dell'Watsu, quando entra appieno nella dimensione di arte che gli appartiene. 

In questo periodo può praticare in acqua soltanto chi opera in centri medici, ma tutti possiamo tenere alta la nostra ispirazione e mantenere uno sguardo non ordinario proprio qui, in questo spazio e in questo tempo e la poesia ci tiene su questa strada profonda e misteriosa.

Clicca  qui per guardare l’intervista a Mariangela Gualtieri 

Quando nessun essere umano ti cerca
accarezza un albero,
bevi a una fontana,
guarda le cose che stanno bel mondo
come se il tuo sguardo potesse salvarle.
Esci, cammina,
ricordati che prima di morire
puoi fare cose impossibili,
impensate.
Sono tornati i miracoli.
Franco Arminio  

The Water People
The water people drift by
Wave hello and goodbye
They never stop longer than a smile
“we have ried up hopes to the water”
And our hearts go out to them
For there are some dreams that float
And bob on the dark night
Like corks a sea of wine.
Where was Watsu when it happened?
Where were all those I held in my arms
And those, they in turn, float across the pool?
As many as Picasso and Matisse combined
Capture on paper or canvas or mold in clay to set in bronze.
When we look down into emptiness
No one is there
Harold Dull da FINDING WAYS TO WATER collezione di poesie 1955-2007

Acqua di monte
acqua di fonte
acqua piovana
acqua sovrana
acqua che odo
acqua che lodo
acqua che squilli
acqua che brilli
acqua che canti e piangi
acqua che ridi e muggi.
Tu sei la vita
e sempre fuggi
Gabriele d’Annunzio

 

Autore: Patrizia Belardi

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