Da diversi giorni come un mantra, mi accompagnano queste due parole: essere ardente. Come se di fronte ad un momento difficile della mia esistenza, invocassi l’aggancio con la vita, con la vitalità.
L’ardore per me è la passione, l'eros, come scintilla vitale e creativa.
Dare e ricevere Watsu é una preghiera e una meditazione che ci fa contattare dimensioni profonde di noi stessi. Liberare corpo e anima e aprirci all'acqua e all'Altro, che ci culla o che si affida a noi, ci porta al centro del nostro cuore.
Dove tutto vibra in un flusso di emozioni e sensazioni potenti. Attimi estatici che solo parole poetiche potranno descrivere.
Una buona parte della mia vita professionale, e per tanti anni anche personale, è stata incentrata alla cooperazione, al lavoro e alla vita in team. Una passione ardente, ma anche un grande ardire, perché se pur di grande ispirazione e meraviglia, essere in team presenta spesso conflitti, ostacoli, disaccordi.
In questa scia, anche quest’anno il team organizzativo della Settimana Mondiale Watsu si è ricomposto
C’è una paradosso in questo tempo di primavera che ci tiene forzatamente in casa. La ciclica spinta in avanti di cui ci parlano i ciliegi in fiore, sembra non essere per noi quest’anno, dobbiamo schiacciare qualcosa dentro e stare nell’attesa, stare in questo essere fuori dal ritmo naturale.
Renoir affermava che “Il dolore passa, la bellezza resta”, e forse oggi è vero più che mai. Non c’è niente infatti come la bellezza, capace di rimanere nel tempo e in grado di ispirare le parti più belle dentro di noi.