WIN 63 - Noplasticgirls

Amo camminare in montagna . Amo quei giorni in cui posso caricarmi zaino e scarponi e partire il mattino presto per avventurarmi tra le mie adorate Dolomiti, il mio paradiso. 
E spesso con le mie amiche di cammino mi ritrovo a raccogliere qualche pezzo di carta, di plastica per lo più, che ti si pianta davanti agli occhi, sul sentiero... E ti chiede di essere raccolto. Lo raccattiamo e lo ficchiamo nello zaino. 

E così, giorno dopo giorno,  camminata dopo camminata abbiamo finito per farlo diventare un normale gesto, quello di raccoglier la monnezza che incontriamo, spero, almeno in montagna, uscita per errore dalla giacca a vento, vuoi quando si sfila un guanto, vuoi quando soffia forte il vento. In molti casi è così. Tra le vette immacolate i rifiuti ci sono, certo, ma non è emergenza.

Nel mare e negli oceani, invece l’emergenza urla. L’acqua accoglie e raccoglie ogni cosa, non fa distinzione. La produzione selvaggia di plastica (soprattutto usa e getta) sta trasformando i nostri mari  nella più grande discarica a cielo aperto del mondo, uccide animali marini e infine probabilmente noi.

E tutti noi che amiamo il Watsu? E tutti noi che amiamo l'acqua?
Ne sono certa, molti di noi odono il suo grido, la sua sofferenza, che è poi la nostra, la sofferenza di tutti, se è vero, come credo che sia, che questo Pianeta è la nostra casa e ad esso siamo indissolubilmente uniti.

E’ naturale chiedersi perché mai nessuno faccia realmente qualcosa. 
Per me e per le mie amiche scarpinatrici un giorno le parole sono divenute insufficienti e naturale la comprensione che quel “nessuno” eravamo anche noi. 
Così per metterci in gioco e appunto quasi per gioco siamo diventate “Noplasticgirls”.

Il passo all'apertura di una pagina Facebook é stato breve. https://www.facebook.com/noplasticgirls/

Il tutto è ancora da perfezionare, certo. Tuttavia, ci siamo dette, meglio poco di qualcosa che tanto di niente.

Qualche volta organizziamo una scoazzata (improbabile termine dialettale Veneto che sta per "raccolta-immondizie in luoghi di natura"), ma perlopiù il nostro scopo è quello di ispirare con foto, gesti, piccoli video e immagini, utilizzando i social, l’uso di prodotti alternativi alla plastica usa e getta e alla plastica in generale.
Ci proponiamo uno spirito giocoso, ironico, convinte che utilizzare prodotti alternativi possa divenire un gesto "fichissimo e super cool". 
Di moda è divenuto usare una cannuccia nello spritz? Di moda potrà divenire farne senza.

Vorremo fare da ponte tra il dire e il fare suggerendo semplici soluzioni quotidiane. 
Che cosa comprare al supermercato che non sia imballato dalla pellicola di plastica, per esempio. E ci auguriamo che chi lo desidera possa unirsi a noi, interagendo, suggerendo, proponendo soluzioni e possibilità!

Sono donna di montagna, ma sono anche donna d'acqua, innamorata del watsu. Chiunque si adoperi va ad interagire sul pianeta intero. E per questo una cannuccia in meno usata nel bar di Belluno, sarà una cannuccia in meno nel mare.

Sorella acqua, abbiamo tutti la responsabilità di non aver compreso le conseguenze di un periodo storico di follia consumistica. 
Ma forse ci viene data la possibilità di rimediare. 
Molti nuovi avventurieri stanno preparandosi per questo nuovo viaggio sconosciuto, quello del desiderio di lottare per la nostra casa, il nostro Pianeta. Ma per difenderlo bisogna prima comprendere di esserne parte, sentirlo sulla propria pelle, nella propria carne.
Molti giovani stanno raccogliendo il messaggio di Greta. Qualche viaggiatore ha messo in gioco se stesso e ricalcolato i percorsi del proprio viaggio per raccontare a chi non è ancora consapevole, che il mondo sta soffocando sotto un oceano di plastica (consiglio a tutti di seguire il viaggio tra i fiumi del mondo di Alex Bellini)

E mi sorge una domanda.
Madre Terra è ben più saggia e potente di quanto pensiamo, ma forse ogni vivente ha dei punti di debolezza, dei limiti reali. 
Se potessimo pensare al nostro magnifico Pianeta come ad un ricevente cosa faremmo?

Cosa faremmo se Madre Terra, così impoverita e abbruttita, non solo dalla plastica,  si trovasse tra le nostre braccia a danzare la danza del watsu? Dopo aver tanto e sempre da essa ricevuto, quale sarebbe il nostro personale passo?
Possiamo partire da un respiro. Come cerchiamo sempre di fare con passione e attenzione. 
E osservare cosa accade.  
Magari al prossimo seminario useremo bicchieri riciclabili o borracce anziché bottiglie di plastica. 
Oppure domani chiederemo un gelato in cono o su coppetta di carta.  Evitando la coppetta di plastica. O forse al bar d’ora in poi potremo ordinare acqua in bicchiere anziché in bottiglietta.

Il riciclo è prezioso, ma è tempo di fare un passo in avanti.

Se qualcuno ha proposte e idee virtuose “plastic-free”ci scriva sulla pagina, luogo di passione e avventura targate NoPlasticPeople! 

 “Non crediate che l’impegno di un piccolo gruppo di cittadini non possa cambiare il mondo…anzi, è stato sempre l’unico modo”. Margaret Mead (1901-1978)

 

Autore: Katia Mella

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