WIN 65 - Che noia… che barba… DEVO fare l’aggiornamento
Ho letto diversi articoli riguardanti l’aggiornamento professionale e tutti lo ritenevano necessario solo per “non essere tagliati fuori dal mercato”.
Per quanto riguarda Watsu, ma anche tutte le DBN, non sento che sia questa la vera motivazione, perché il “mercato” del benessere ha altri parametri di qualità, ma soprattutto il prodotto è particolare, perché si tratta del contatto con il sistema corpo-mente-spirito di un essere umano.
Per un professionista che fa della sua professione anche una passione, lo studio e l’aggiornamento professionale dovrebbero essere un piacevole momento per approfondire determinate tematiche o semplicemente per saperne di più su uno specifico argomento, permettendo quindi di stare al passo con i tempi e con i cambiamenti. Proprio per questo è un discorso che spesso riguarda di più gli operatori con anni di esperienza alle spalle, che “si sentono arrivati”, che pensano di aver visto ormai tutto.
Credo invece che l’apprendimento delle novità riguardanti il nostro lavoro sia un elemento di fondamentale importanza se visto nell’ottica del “Lifelong learning”, ossia una formazione professionale che non si ferma dopo l’acquisizione dell’attestato di fine percorso, ma prosegue grazie ai corsi che diventano un vero e proprio investimento intangibile di importanza fondamentale per lo svolgimento del proprio lavoro e che, soprattutto, continua per tutta la vita.
Nel particolare approccio olistico delle DBN, questa crescita non riguarda solo la tecnica dell’Arte o delle Arti in cui ci siamo formati, ma include la necessità di esplorare i nostri vissuti emotivi e fisici, al fine di riconoscerli, se necessario equilibrarli ed evitare di proiettarli sui clienti.
Puntare ad esperienze che accrescano le nostre competenze emotive, comunicative e relazionali farà di noi delle persone migliori: più frecce abbiamo nella nostra faretra e più possibilità abbiamo di non farci trovare impreparati sia di fronte a personali eventi della vita sia alle richieste, più o meno esplicite, delle persone che si affidano a noi per ritrovare l’equilibrio. In un mondo sempre più virtuale, noi abbiamo la fortuna di aiutare le persone a trovare il benessere tangibile nell’equilibrio del sistema corpo-mente-spirito: se manca a noi, rischiamo di scaricare le nostre tensioni sul ricevente o di essere, a nostra volta, travolti dalle sue disarmonie.
Quindi serve porre l’attenzione alla qualità e alla quantità di queste esperienze: fare un corso a caso, giusto perché si sente dall’esterno l’imposizione di completare il monte ore richiesto, fa perdere di valore all’opportunità di crescere che l’aggiornamento ci offre.
Purtroppo però il nostro lavoro non è fatto solo di angeli e campanelli, energie e contatto, vibrazioni e percezioni, ma ha anche un radicamento legale che è importante venga appreso durante l’intera formazione e non sia assolutamente messo da parte una volta raggiunto il traguardo dell’attestato finale. Soprattutto nel mondo delle DBN è necessario stare al passo con alcune tematiche normative che, per loro natura, sono soggette a cambiamenti: non conoscerle significa anche minare la propria professionalità e credibilità.
Ecco l’importanza dell’Associazione di categoria: offrire una consulenza integrativa sugli sviluppi normativi delle DBN; aiutare ad attivare collaborazioni tra diverse figure sul territorio; organizzare e suggerire corsi di formazione continua efficaci o verificare la validità di altre proposte; creare una rete tra gli operatori, per favorire gli scambi di conoscenze e competenze.
All’operatore sono richiesti però degli impegni: non aspettare che dall’alto arrivi “la sveglia”, il promemoria; attivarsi per leggere e comprendere le informazioni fornite, archiviarle e saltuariamente consultarle; cercare in modo autonomo informazioni sui siti di riferimento, allenando la curiosità e la crescita dell’autonomia.
Acqua e fuoco, cielo e terra, quiete e movimento, forza e leggerezza, olismo e burocrazia: ci viene insegnato fin dalle prime lezioni che gli opposti devono coesistere ed essere in equilibro, perché rifiutarsi di vederli, dandosi le classiche giustificazioni “non ci capisco niente… è noioso…” non fa altro che far crescere ciò che non vogliamo vedere, con il rischio poi di essere travolti e non sapere come reagire.
In tutto questo è importante ricordare il lato piacevole dell’aggiornamento: cogliere l’occasione per visitare una nuova città, uscire dallaroutine quotidiana, “ricevere” tornando studenti e dimenticando per qualche ora il “dare” continuo che ci viene richiesto in ambito lavorativo. D’accordo, ci insegnano fin da subito che c’è uno scambio tra noi e il ricevente, ma quanto è bello, una volta ogni tanto, sdraiarsi e lasciarsi coccolare e ricaricare dai colleghi professionisti?
Concludo con una frase di Leo Buscaglia: “Ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo, noi stessi diventiamo qualcosa di nuovo.”
Ecco che il “devo” si trasforma in “VOGLIO”.
Autore: Shakuntala Riva