WIN 58 - Watsu e il circolo virtuoso della cura primaria
Caro Roberto Fraioli, hai visto davvero lontano, nel tuo invitare Harold e mettergli tra le braccia le prime ostetriche italiane, con la tua grande sensibilità hai subito intuito, percepito che Watsu è davvero uno strumento meraviglioso, direi miracoloso alle volte, per attivare quello che ormai definisco come il circolo virtuoso della cura primaria.
E’ un miracolo la gestazione, endo gestazione quella del grembo che cresce la creatura, come la terra fa col seme ed eso gestazione, quella che accompagna il bambino nel mondo ma ancora nella bolla energetica della madre, nella fusione orale.
Ma molte madri, molti padri, presi nel vortice frenetico del nostro tempo, non si fermano, non fanno da sponda al piccolo. Sapete, sempre più tardi al bambino in grembo viene dato un nome, vengono ascoltati i suoi gusti e il suo ritmo, con difficoltà viene riconosciuto il bambino nato, viene visto chi è davvero, quali sono i suoi talenti e la sua essenza in questo mondo.
E’ così importante invece che il bambino prenda il suo spazio nel mondo.
Quando incontriamo una donna in gravidanza e le chiediamo il suo nome, chiediamole anche quello del bambino, vediamo se lo conosce.
Prendiamo il coraggio di portare in acqua le coppie in attesa, che circoli tra loro la forza vitale che ha generato, l’intimità e la sensualità, l’amore, unico vero nutrimento per il bambino.
Prendiamo il coraggio di rivedere quelle coppie con il bambino nato, facciamoli guardare negli occhi prima di abbandonarsi al galleggiamento, perché si riconoscano, si ascoltino. Coltiviamo il silenzio, le parole scelte, la presenza e la lentezza.
Prendiamo il coraggio di coinvolgere le ostetriche, facciamo conoscer loro Watsu, alleiamoci con loro per sostenere i genitori ad accogliere e accudire la crescita.
Non sono l’unica a farlo e averlo fatto da molti anni, diversi insegnati e practitioner si dedicano a questo ed è davvero un regalo commovente e reciproco che si rinnova.
Quando una donna in gravidanza, una coppia in attesa, dei neo genitori, vivono un’esperienza di Watsu, possono fare una nuova conoscenza di sé e questo è alla base della relazione con l’altro. Non posso generare se non mi sono generata. Non posso tenere se non mi sono tenuta. Non posso vedere se non mi sono vista.
Ogni essere umano è capace di prendersi cura di un altro essere umano, ma possiamo aiutare a risvegliare, attivare, nutrire questa capacità che spesso resta arretrata, soffocata.
Se le esperienze che proponiamo di Watsu considerano tutto questo, hanno la qualità della cura che accoglie senza invadere e rispetta i confini, possono aiutare i genitori ad avere una presenza attenta e una freschezza nel veder il bambino, piuttosto che coltivare le aspettative e i preconcetti su di lui.
Ecco il circolo virtuoso della cura: più la nostra cura sarà consapevole e generosa, più sarà quella dei genitori verso il bambino. Più il bambino crescerà nella cura più sarà gioioso e vitale, più il bambino sarà gioioso e vitale, più i genitori lo saranno.
Autore: Patrizia Belardi