WIN 61 - Sull'orlo dell'urlo
Ieri, in bici, ho percorso un piccolo pezzo di strada secondaria contromano, andavo a passo d’uomo, una donna in auto mi ha gridato contro, agitando le braccia.
Si ero in errore, ma non c’era pericolo per nessuno, e l’infrazione, non era proporzionale alla reazione della donna. Mi è arrivata forte la sensazione che quella donna fosse sull’orlo di una crisi ed è bastata una cosa fuori posto per farla saltare.
E’ una cosa molto diffusa avere come un urlo dentro, tenuto schiacciato, tappato e soffocato dentro con tanto impiego di energia, poi ad un certo punto, per un pretesto qualsiasi, il tappo si stappa, l’energia esce tutta insieme, incontrollata, o almeno più violenta del necessario.
Per molte persone è un po’ come camminare come equilibristi, su un filo o sull’orlo di un burrone, tenendo tra le mani una brocca piena d’acqua, basta un movimento imprevisto e il vaso trabocca. Così si va avanti un inciampo dopo l’altro, pensando che la causa del malessere sia fuori, la colpa degli altri, delle cose fuori posto, delle bici contromano. E’ che con i ritmi della società occidentale temo che gli equilibristi sull’orlo, vadano aumentando.
Forse sarebbe un buon inizio fermarsi ad ascoltare la voce di quell’urlo interiore , dare spazio a quella voce. Fare spazio dentro, travasare i fluidi, in modo che non restino sull’orlo, ma entrino liberi in ogni fessura, per allagare gli interstizi di tutto il corpo, soprattutto delle meningi, e il pensiero possa scorrere un poco più fluido, senza compressioni, o dighe che trattengono.
Ci sono molte pratiche terapeutiche e di lavoro corporeo o artistico che vanno in questa direzione.
Watsu, è un modo privilegiato di travasare le nostre liquidità, sciogliere i nodi antichi e dare voce all’urlo che casomai potrebbe divenire un canto.
Autore: Patrizia Belardi