WIN 66 - La profondità del corpo

Quando sentiamo parlare di profondità la nostra mente apre subito un’immagine di qualcosa che scende giù, che è nascosto. L’azione che viene richiamata è uno scavare o se vogliamo, possiamo  parlare di strati che vanno sbucciati come una cipolla. Ci riferiamo a qualcosa che è dentro il nostro corpo e che pian piano dobbiamo raggiungere.

Il nostro cervello ormai ha schematizzato queste immagini. Ad esempio studiando l’anatomia sui libri troveremo: la pelle, i muscoli le ossa  e, sempre più in profondità, i nervi. Ci viene quindi data un’immagine stratificata del corpo umano dove bisogna andare sempre più internamente. Ma tutto ciò non corrisponde alla realtà.  Infatti, in superficie sul corpo abbiamo: la pelle, le unghie, i peli, la dentina e gli occhi che fanno tutti parte del sistema nervoso.

Il corpo vivente porta la profondità in superficie. Abbiamo cosi, una profondità del corpo più schematica legata ad una grandezza fisica con una spazialità, ”il dentro”, in cui bisogna avvicinarsi al corpo, ed una profondità “olografica” del tutto, che comprende anche le relazioni di quel momento con l’ambiente e l’osservatore: la profondità del corpo elettromagnetico. Essa è legata alla sua forma Biodinamica o fluidica immersa in un grande mare che ci circonda con le sue correnti, le sue maree  la sua quiete. Nell’acqua avremo una profondità che è legata ad un corpo che affonda perché non in armonia con il suo ambiente. Essa ci riporterà allo schema mentale di pesantezza. Al contrario potremmo avere leggerezza se tutti gli elementi entreranno in una coerenza vibratoria. Ciò che secondo me avviene in una sessione di Watsu, è che l’operatore diventa un vero fulcro,  permettendo all’acqua di svolgere il suo ruolo di re- informare il  corpo, e se si avrà una profondità,  in quell’attimo, l’acqua informerà il suo corpo nella sua totalità. Perché questo è il suo ruolo: riportare alla informazione “originale” per avviare un cambiamento verso una maggiore consapevolezza di ciò che siamo e di come viviamo.

 Autore: Raffaele Dagostino