WIN 67 - Essere ardenti

Da diversi giorni come un mantra, mi accompagnano queste due parole: essere ardente. Come se di fronte ad un momento difficile della mia esistenza, invocassi l’aggancio con la vita, con la vitalità.
L’ardore per me è la passione, l'eros, come scintilla vitale e creativa.

Sento che coltivare questa parte profonda di me, mi fa entrare in relazione anche durante le sedute di Watsu, con una via di accesso all’altro più creativa e connessa alla originaria vitalità.

Contattare l’altro creando un contenitore protetto ed intimo e risvegliando nell’altro la sua parte ardente, che si appassiona, credo sia il nucleo centrale che possa attivare il processo di guarigione.

Appassionarsi e contattare la passione nell’altro, incuriosirsi all’esplorazione di sé, nel galleggiamento sostenuto, sento essere una traccia di presenza nel lavoro in acqua e relazionale, una qualità di  presenza che cura. 

Per le donne in gravidanza sento che l’ardore è  la potenza della creazione in grembo e la curiosità di incontrare il nascituro. Lo sguardo innamorato verso il bambino è ciò che mantiene ardente l’incontro e la conoscenza reciproca tra il piccolo, la madre e il padre. Il potersi affidare.

Nella nostra pratica di Watsu, un Watsu per tutti, potremmo evocare ogni volta quello sguardo ardente che davvero si interessa all’altro  e genera dall’origine, un Watsu del grembo.

Autore: Patrizia Belardi

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