WIN 71 - Il Watsu delle origini
Era la primavera del 1988.
Insieme a Kety Niero, educatrice prenatale e pioniera della idrochinesiologia in gravidanza e della preparazione al parto in ambiente acquatico, partecipammo ad un convegno internazionale sul tema “L'acqua e la nascita” organizzato dalla francese “Association Natation et Maternité” nel Principato di Monaco.
Erano stati chiamati a raccolta da tutto il mondo i maggiori esperti e cultori della materia. Lezioni teoriche si alternevano a prove pratiche in piscina. Tutto procedeva in modo noioso e pigro, fino a quando non venne presentato uno strano personaggio di nome Harold Dull, che veniva per la prima volta in Europa dalla California per presentare il proprio lavoro, chiamato “Watsu”.
Harold Dull presentò un video in cui fece vedere come sosteneva e trattava la propria figlia appena nata. Questo, per me, fu il “satori”.
Fu allora che decisi di studiare e conoscere questa pratica che aveva toccato le mie corde più profonde. E fu così che iniziò la mia amicizia con il poeta visionario della “San Francisco Renaissance”, che ha cambiato radicalmente la mia vita, e il mio percorso nel mondo del Watsu.
Pochi mesi più tardi invitai Harold a venire in Italia, come ospite del “Centro Studi per una Nascita Naturale” di Venezia-Mestre, a tenere una dimostrazione di Watsu per ostetriche e altri operatori della nascita (medici, psicologi e infermiere).
L'evento riscosse così tanto entusiastico successo che il “Centro Studi per una Nascita Naturale” ripropose e organizzò, negli anni successivi, incontri e corsi con Harold Dull. Per questo motivo centinaia di ostetriche si sono formate alla pratica del Watsu in Italia, e proprio per questo, per molti anni, la pratica di Watsu è stata associata al mondo della nascita.
Stare in acqua con Harold e assisterlo durante i suoi corsi è stata un'esperienza di crescita umana personale molto preziosa. Apprendere da lui come stare con un altro essere nell'acqua, in risonanza di cuore e armonia di respiro, ascoltando e rispettando l'altro, e apprezzando l'intelligenza e la poesia del corpo, mi ha aperto nuovi mondi.
Mentre sostenevo l'altro nel suo abbandono fiducioso, praticando le sequenze della pratica appena apprese, lui si avvicinava, correggendo appena la posizione, e mi chiedeva: ”Come passa?”. Questo, per me, è stato il suo insegnamento più grande. Ascoltare, nel silenzio, come passa dentro di me e da me all'altro l'energia vitale, il ki, l'amore incondizionato.
Dopo tante stagioni trascorse insieme un giorno Harold si avvicinò e mi disse: “Ora sei pronto. Puoi dare e ricevere Watsu”. Così disse anche a Danilo Vedruccio, Giordana Valli, Sara Ruiz, Miguel Angel Bertran e altri. La prima generazione di insegnanti di Watsu. Una trasmissione di sapere e di sentire da maestro ad allievo.
Intanto la fama del Watsu cresceva grazie anche ai tanti articoli che i giornali cominciavano a pubblicare. Un giorno, durante un corso di Watsu a Montegrotto Terme (PD), una persona si avvicinò e chiese se poteva partecipare e provare l'esperienza. Restò un'ora con il gruppo, ricevendo Watsu, e alla fine si presentò in veste di giornalista e fotografo. Chiese di poter intervistare Harold. Prima, però, aveva voluto provare a sentire “come passa”. Era Italo Bertolasi, che entrò così nel mondo del Watsu, e nella mia vita, come il mio migliore amico. Questo era lo spirito del “Watsu delle origini”. Poi, è subentrata la téchne, l'organizzazione, la strutturazione, i livelli e il logbook. Tutto ciò è necessario quando si deve organizzare una scuola che trasmetta il sapere della pratica, tanto più dal momento che l'ideatore, il maestro, ci ha lasciato.
Oggi non mi occupo più di formazione di Watsu. Ho ancora, e l'avrò sempre, il piacere di ricevere e dare Watsu alle persone che me lo chiedono. E ancora oggi, come alle origini, rimango nel silenzio a sentire “come passa”.
Autore: Roberto Fraioli